Uno dei massimi capolavori di Francesco Borromini è il complesso di san Carlo alle quattro fontane. La comunità dei Padri Trinitari Spagnoli desiderava effettuare un restauro della loro chiesa. Borromini, in quel momento, deluso dalla collaborazione con Bernini per il progetto del baldacchino, era alla ricerca di un progetto dove poter realizzare tutte le sue idee. Si tratta della sua prima committenza indipendente, ma diventò anche l’ultima, visto che fu portata a termine solo dopo la sua morte. La realizzazione del nuovo complesso non era semplice, poiché l’esistenza stessa della chiesa e il poco spazio a disposizione rappresentarono per Borromini un’ardua sfida.
Prima di tutto Borromini si dedicò alla costruzione del convento e del chiostro. A partire dal 1638 iniziarono invece i lavori nella chiesa vera e propria: prima all’interno e poi da ultimo la facciata, completata nel 1670, dove seppe magistralmente modulare e plasmare alte e slanciate pareti ondeggianti volte ovviamente a costituire plasticità e dinamismo all’edificio, principio alla base del Barocco romano.
Impossibile non rimanere incantati davanti alla sua serie di linee ondulate, concave e convesse, disposte su ben due ordini. La facciata è poi impreziosita da statue di angeli e dei santi Carlo Borromeo, Giovanni de Matha e Felice di Valois, fondatore dei Trinitari. Accanto alla facciata, svetta in tutta la sua eleganza il piccolo campanile caratterizzato da coppie di colonne e dalla cuspide a pagoda, tratto caratteristico dell’architettura borrominiana. L’interno della chiesa è molto elaborato, con colonne disposte ritmicamente lungo le pareti a delimitare nicchie con statue ed altari, fino alla trabeazione. Ma è alzando gli occhi che arriva la meraviglia: la cupola ovale con disegno a cassettoni ottagonali e cruciformi, si apre su un piccolo lanternino con finestre su ciascun lato. Fù così che Borromini riuscì a esaltare la luminosità prodotta dell’uniforme colorazione bianca dell’edificio. La chiesa è conosciuta come san Carlino, per le sue ridotte dimensioni. Si dice che sia grande quanto un pilastro della Basilica di san Pietro.
Al di sotto della chiesa, vi è poi la cripta con due cappelle laterali, una delle quali doveva essere destinata a Borromini stesso come luogo di sepoltura, ma essendo morto suicida i Trinitari non concessero la sua deposizione.